Il silenzioso addio di Tommaso Geraci, scultore dal forte impegno sociale

Se n’è andato in punta di piedi – lo scorso 26 agosto, all’età di 89 anni – lo scultore Tommaso Geraci, nato a Sclafani Bagni ma che ha trascorso la quasi totalità della sua impegnata vita artistica, civile e sociale a Cefalù, sua seconda “patria”. Un silenzio non dettato dalla sua volontà ma imposto dal terribile male – l’alzheimer – che negli ultimi 10 e più anni della sua esistenza ha tarpato le ali del suo estro artistico, della sue innovative e lungimiranti idee di carattere umanitario, sociale, civile e della sua piacevole e costruttiva loquacità.

Tommaso, che da giovane ha vissuto tra Sclafani Bagni e Termini Imerese – per le sue prime avventure amorose – è stato un frequentatore di Cefalù e del Club Med, fino all’età di 28 anni. Subito dopo ha lasciato la Sicilia e si è stabilito in Olanda dove “ha cominciato – ha ricordato il figlio Tommaso nel suo saluto nella chiesa dell’Istituto Artigianelli di Cefalù, lo scorso 29 agosto – una vita nuova: famiglia, lavoro, studi serali, seguendo i corsi di Scultura presso l’Accademia dell’Arte a Rotterdam, nello stesso edificio dove io insegno da più di 30 anni. Coincidenza?” . A Rotterdam ha conosciuto e sposato Siny Freeze, dalla quale, otre a Tommaso, ha avuto altri due figli: Francesco e Mario, tutti rimasti in Olanda.

Negli anni ’70 lo scultore rientra in Sicilia e sceglie di fissare la sua residenza a Cefalù, in una abitazione di Contrada S. Lucia, davanti all’ingresso principale del Club Med, dova dà vita alla sua intensa attività artistica costituita prevalentemente da pitture e sculture in bronzo ma si impegna soprattutto nel coniare medaglie e targhe con ritratti e/o immagini varie.

Le sue opere sono disseminate oltre che in Italia (prevalentemente in Val d’Aosta e nelle provincia di Palermo e Trapani) anche nei Paesi Bassi, (come il monumento che si trova a Leersum, in seguito al lancio del primo Sputnik) e in Vaticano. Tra le sculture più apprezzate ricordiamo la statua a Padre Pio, installata presso la comunità estiva di Poggio Maria, in contrada Monte, voluta dal compianto vescovo di Cefalù, Mons. Giuseppe Mazzola. Di considerevole valore artistico e simbolico è anche il medaglione in bronzo dedicato ai giudici Falcone e Borsellino, dal diametro di poco meno di 2 metri, esposto prima – nel giugno 2002 – a Palermo, nell’aeroporto intitolato ai due giudici assassinati e, successivamente – dal giugno del 2011 ad oggi – posto nell’atrio all’aperto davanti all’ingresso del Commissariato della Polizia di Stato di Cefalù, grazie all’interessamento dell’allora dirigente e vice questore Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo.

A Cefalù, dopo il suo rientro dall’Olanda, Tommaso Geraci crea una nuova famiglia con la compagna Marjolein Mees, con la quale ha convissuto fino alla fine dei suoi giorni per ben 46 anni e con la quale ha avuto il quarto figlio, Herman. La permanenza a Cefalù di Tommaso è stata costellata anche e soprattutto da numerose iniziative di carattere culturale, sociale e di pubblica utilità. “Quando in Italia non esistevano centri di recupero per drogati – ha evidenziato la sua compagna Marjolene nel commemorare Tommaso – lui, nel suo piccolo, ne ha aiutati parecchi, senza richiedere e ricevere sussidi istituzionali ma soltanto con la sua tenacia e volontà. Nei lontani anni ’70 ha promosso e organizzato il Festival della Pace Europa 1, anche questa con le sue forze”.

“Stando a Rotterdam, in questi giorni ti penso spesso – ha detto ancora il figlio Tommaso – perché lì vedo realizzato uno dei progetti ideati da te negli anni ’70 : biciclette e motorini, raccolti a decine e messi da te gratuitamente a disposizione dei cefaludesi e dei turisti. Idea “assurda” per tutti, ma non per te. A Rotterdam – e non solo – questo sistema ormai funziona benissimo. Ma ci sarebbero tanti altri esempi di tue idee visionarie da ricordare e, come tu dicevi: l’intelligenza è grazia di Dio”. Nei primi anni ’90 Tommaso Geraci, con la sua ormai inseparabile compagna Marjolein, con un notevole impegno economico, mette su l’emittente televisiva privata “ASM” (Antenna Sicilia nel Mondo) con un suo notiziario, intrattenendo i telespettatori dei comuni della limitrofa fascia costiera anche con dibattiti politici, discutendo di progetti sociali e di opere pubbliche e stimolando la soluzione di problematiche locali e non solo.

Non possiamo fare a meno di ricordare l’impegno profuso dallo scultore – proprio attraverso la sua emittente ASM – per scongiurare che venissero ferite e deturpate le propaggini del versante orientale della Rocca di Cefalù, nella zona prospiciente la Via del Faro, oggi intitolata al prof. Domenico Portera. E’ stato infatti evitato che venisse realizzato un edificio per il potabilizzatore dell’acqua (poi costruito nell’area industriale di Termini Imerese) che, prelevata della sorgente di Presidiana, oggi scorre dai rubinetti dei cittadini di Palermo.

Nel 1997, il suo impegno culturale e sociale lo spinsero a candidarsi – con una sua lista civica – a sindaco di Cefalù, ma prevalse la coalizione di centro-destra dell’ex deputata regionale e successivamente senatrice e sottosegretaria al ministero delle Infrastrutture, Simona Vicari, rimasta in carica per due legislature. Sulle nostre scrivanie rimangono ancora oggi targhe e medaglie di personaggi che hanno meritato di essere ricordati nei secoli e, tra gli altri, il mecenate e barone Enrico Pirajno di Mandralisca, il martire Salvatore Spinuzza ma anche l’immagine prospettica della Cattedrale di Cefalù o l’effigie del Cristo Pantocratore raffigurata nell’abside, monumento normanno da qualche anno eretto a Sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità. Ci hai lasciati in assoluto silenzio, ma non sarà facile dimenticarti per quanto hai dato alla collettività tutta.

Enzo Cesare

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