“Carlo Scarpa – Una [curiosa] lama di luce, un gonfalone d’oro, le mani e un viso di donna”.

Presentazione del volume di Santo Giunta “Carlo Scarpa – Una [curiosa] lama di luce, un gonfalone d’oro, le mani e un viso di donna”.
Riflessioni sul processo progettuale per l’allestimento di Palazzo Abatellis 1953-1954. Marsilio Editore, Venezia. La presentazione del libro si svolgerà domenica 16 ottobre alle 18.00 presso il Circolo Unione, in corso Ruggero,  a cura dell’Associazione Officine Culturali Costanza d’Altavilla.

CARLO SCARPA A PALAZZO ABATELLIS.
UN LIBRO DI SANTO GIUNTA AVVINCENTE COME UN ROMANZO POLIZIESCO.

Dalla presentazione editoriale:
«L’organizzazione spaziale di tutta la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis è un luogo di mediazioni complesse fra l’impegno progettuale scarpiano, il senso di misura e di armonia complessiva e le istanze del curatore Giorgio Vigni. Il volume cerca di far comprendere il collegamento fra il luogo e il processo progettuale del “fare scarpiano”, scartando la cronologia dell’intervento stesso con riflessioni che riguardano la strategia dei percorsi, e forse svelano un possibile messaggio in codice.
Si tratta di una ricognizione mirata, la cui narrazione è ricomposta anche grazie ad alcuni indizi (rinvenuti durante lo studio della corrispondenza e dei disegni, non sempre conosciuti e pubblicati), che andrebbe letta come un romanzo, dall’inizio alla fine, resistendo alla tentazione di saltare all’ultimo capitolo per vedere come va a finire. L’autore racconta di ambiti spaziali che, come storie parallele apparentemente disgiunte fino alla fine, tornano ad avvitarsi insieme, e rivela una verità possibile sulla Crocifissione di Sibiu di Antonello, presente alla mostra di Messina del 1953, di cui, lungo il percorso espositivo di Palazzo Abatellis, si ritrova l’ipotetico “contenitore”, il Gonfalone d’oro esposto oltre la sala delle Croci».

COMMENTO del prof.  MARCELLO PANZARELLA:
Il libro ha il merito di avere posto per primo una questione sul reale percorso pensato da Scarpa per l’esposizione. Con osservazioni attente contemporaneamente all’insieme e al dettaglio, e ragionamenti che possono appartenere solo a chi dell’architettura coltiva il disegno come progetto, Giunta solleva dei dubbi sulla sequenza attuale del percorso e – sulla base dell’osservazione minuziosa dei disegni originali, oltre che di una serie importante di indizi colti sul campo – perviene a una conclusione originale, che mi pare assai convincente. La trattazione è spedita e godibile, e lo scioglimento finale dei dubbi giunge a conclusione di una concatenazione di passaggi e deduzioni degna di un romanzo poliziesco.
La postfazione di Giampiero Bosoni pone l’accento proprio su tale “paradigma indiziario”, richiamandosi all’ “enfasi euristica” con cui già lo storico Carlo Ginzburg – nel suo operare storico-analitico – ha dato analogo “risalto al marginale e all’anomalo”.
Il libro, come prodotto editoriale, è assai ben curato graficamente, sia nella copertina, sia nella impaginazione molto chiara e ariosa, all’altezza della migliore tradizione delle edizioni Marsilio.

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