Cefalù è in uno stato di degrado con un nemico da battere: la rassegnazione

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una riflessione a firma di Edoardo Croci, candidato sindaco di Cefalù nelle ultime elezioni comunali del 2012.

Negli ultimi 5 anni Cefalù è passata dall’immobilismo alla regressione. La macchina amministrativa, prima latitante, è oggi il mero strumento di una gestione che unisce alla discrezionalità delle scelte l’assenza di un indirizzo strategico. In questo contesto ogni voce critica viene tacciata di disfattismo. E’ questa la principale ragione dell’assenza di un confronto su quanto l’amministrazione comunale ha fatto e quanto resta da fare. Con questo intervento mi propongo proprio di contribuire ad un dibattito su questo tema, interrompendo un lungo silenzio, a cui spero possano prendere parte tutti coloro che non sono rassegnati al declino di Cefalù. Lo faccio su Cefalunews che costituisce uno dei pochi luoghi dove il dibattito, grazie anche ad una perseverante attività di indagine giornalistica, continua ad esserci.

L’attuale sindaco ricopre la carica ormai solo nominalmente, non essendo riuscito ad evitare il commissariamento del Comune, equivalente al fallimento per un’impresa. Ciò gli consente di indossare la fascia, ma non di gestire le entrate e le uscite del bilancio comunale (del tutto strumentale il tentativo di addossare la responsabilità del commissariamento alle amministrazioni precedenti, perché è responsabilità di questa amministrazione l’incapacità di elaborare un piano di risanamento che avrebbe evitato il commissariamento).

Il vero nemico da battere è però la rassegnazione che ha colpito buona parte della popolazione, che considera ormai “normali” situazioni che sono invece inaccettabili. E’ normale la puzza proveniente dal depuratore che accoglie i bus turistici? E’ normale che il porto sia inagibile e il servizio di linea con le Eolie “sospeso” da un decennio? E’ normale che il lungomare sia in stato di abbandono? E’ normale che il passaggio a livello della Gallizza causi enormi perdite di tempo? E’ normale che l’area Miccichè brutalizzi il paesaggio urbano? E’ normale che le eccellenze dell’ospedale Giglio vengano meno una dopo l’altra? E l’elenco sarebbe ancora molto lungo (senza aprire il capitolo della gestione dei servizi pubblici).

La trasformazione del campo sportivo degli Artigianelli e dell’Arena Dafne in parcheggi estivi completa il quadro di un operato comunale che sembra voler trasformare Cefalù in un grande parcheggio e confonde il traffico e l’affollamento col benessere. In altre località, anche in Sicilia, che magari non possono vantare le bellezze naturali e monumentali di Cefalù, tutto questo non potrebbe succedere perché l’opinione pubblica farebbe sentire la sua voce, esprimerebbe indignazione, pretenderebbe il cambiamento.Sarebbe davvero irresponsabile pensare che le confortanti presenze turistiche di questa estate (ma non bisogna confondere la quantità con la qualità) costituiscano un alibi per andare avanti così, anche perché queste presenze sono dovute all’insicurezza delle mete alternative a causa del terrorismo islamico. Non è sul perdurare del terrorismo che Cefalù può prosperare, ma sulla creazione di opportunità fondate su attrattività ed efficienza.

Se vogliamo far uscire Cefalù da questo stato di degrado ci vuole innanzitutto il contributo disinteressato di chi vive, lavora o visita Cefalù, a partire dai giovani che studiano, dagli imprenditori che investono e dai volontari nelle associazioni che offrono dedizione. Solo dal confronto, dalla critica e dalla proposta di persone con competenze e punti di vista diversi, animate dal comune obiettivo di un riscatto civico, coinvolgendo famiglie e categorie professionali, può venire lo slancio per un reale rinnovamento.

Edoardo Croci

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