Giù le mani dal Giglio: dopo sette giorni non scatta ancora una vera protesta

A sette giorni dalla notizia, che sull’ospedale Giglio si sarebbe abbattuta la scure del declassamento, ancora non scatta alcuna vera protesta nel territorio. Fatta eccezione per quanto accade all’interno del nosocomio dove si sono mobilitati sanitari e personale che vi lavorano, infatti, nel territorio ancora non si è dato vita ad alcuna forma di protesta verso quanto potrebbe accadere al Giglio a partire dal primo gennaio del 2018. Sono nati comitati e coordinamenti ma di proteste ancora non c’è alcuna notizia. Persino l’incontro di ieri pomeriggio che si è svolto a Cefalù, da alcuni annunciato come un forte momento di protesta, è stato solo occasione per dare spazio al comizio o alla passerella politica di qualche sindaco. Una cosa è certa. Proprio i sindaci del territorio, sul da farsi per l’ospedale, non sono uniti. Dicono così tanto, infatti, che la protesta deve essere portata avanti in unità ma alla fine ognuno va avanti per conto proprio. Ad oggi credo, infatti, che un incontro fra tutti i sindaci del territorio non si è ancora svolto. Se un incontro fra i sindaci non c’è ancora stato un motivo ci sarà.

La corsa per arrivare all’assessore Gucciardi, per fare un solo esempio, è di quelle che fanno solo riflettere. Pensate che mentre il sindaco di Pollina aveva preso l’appuntamento per incontrarlo giovedì prossimo, con tutti i primi cittadini del comprensorio, quello di Cefalù lo ha già incontrato. Volete chiamare unità di intenti questo comportamento politico? Non credo. In una cosa, comunque, i sindaci hanno ragione: senza unità non si va da nessuna parte e il Giglio scomparirà. Questa unità non c’è. Per una protesta unitaria, infatti, occorre tanta umiltà. Quella che manca a qualche primo cittadino del nostro territorio che invece, ha messo davvero le mani sul Giglio, pensando che l’occasione potrebbe essere buona per farsi la campagna elettorale.

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